INVIATA AL
COMUNE DI PERUGIA
p.c. USL 1
p.c Competenti Dirigenze Scolastiche
Ecco
un estratto della diffida sulla plastica inviata oggi a mezzo pec a
Comune e ASL e via email a Sindaco, Assessore e dirigenti, nonché ai
capigruppo PD Diego
Mencaroni,
M5S Cristina
Rosetti e
FI Massimo
Perari.
Preciso
che la diffida è stata resa disponibile per la sottoscrizione per
oltre dieci giorni e che è stata sottoscritta da tutti tranne che
dalle seguenti Associazioni: Primaria Kennedy, Infanzia Ripa,
Pollicino, Infanzia Collodi, Infanzia Andersen e Primaria
Lambruschini.
"in
alcune delle scuole dell’infanzia e primarie a tempo pieno
raggiunte dal servizio di refezione scolastica del Comune di Perugia,
tra le quali Infanzia L. Da Vinci, Manzoni – Prepo, Rodari via
Chiusi, Colle Umberto, Elce, Cenerente, Montelaguardia, Casaglia, San
Fortunato, “Paola castellini” di Collestrada, Peter pan di Ponte
San Giovanni, Margherite, Balanzano ed altre, vengono ancora
utilizzati per la refezione scolastica piatti e bicchieri di
plastica. In altre scuole, invece, quali il Tiglio, Il Flauto Magico
e la Sez. Primavera Latte e Cioccolata, a totale insaputa dei
genitori, da alcune settimane sono stati addirittura introdotti dei
piatti in melammina, i quali vengono utilizzati quotidianamente in
sostituzione dei piatti in coccio che erano già in dotazione ed in
uso quotidiano nelle suddette scuole.
Nell’ottica
di tutela della salute, dell'ambiente e dell'educazione alla
sostenibilità ambientale, la scelta di utilizzare la plastica nelle
mense scolastiche da parte di codesta Amministrazione risulta tanto
irrazionale quanto dannosa per la salute e per l’ambiente.
In
effetti, l’utilizzo quotidiano di plastica, sia “usa e getta”
sia riutilizzabile (melammina), è tale da produrre effetti nocivi
sulla salute delle persone, vieppiù dei bambini che quotidianamente
mangiano a mensa, e da inquinare gravemente l’ambiente, soprattutto
se si considera la difficoltà nel riciclare detti prodotti.
In
tal senso e non a caso, il 9 dicembre 2013 il Consiglio Comunale di
Perugia approvava, a larghissima maggioranza, un ordine del giorno
che, recepiti i contenuti dell'istanza del Comitato denominato
"IdeAzioni Civiche" , impegnava la Giunta fin da subito a
sperimentare soluzioni alternative alla plastica, e ciò come
passaggio intermedio in vista della reintroduzione di stoviglie in
coccio riutilizzabili in tutte le scuole. Il progetto veniva poi
effettivamente avviato nel mese di marzo 2014 nella scuola Collodi di
San Sisto e portato a termine nell’anno successivo per tutto il
Polo di San Sisto.
Nonostante
quanto sopra, ad oggi la Vostra Autorità, non solo non ha dato
seguito al progetto iniziato, ma ha addirittura intrapreso una strada
diametralmente opposta a quella sopra rappresentata, introducendo ex
novo la plastica in sostituzione dei piatti in coccio laddove non era
mai stata utilizzata, strada che però (oltre a non rispettare
l'ambiente) è gravemente nociva per la salute delle persone ed in
particolare per i bambini che frequentano le mense scolastiche e gli
asili nido.
Invero,
sono incontrovertibilmente noti gli effetti dannosi delle plastiche
se utilizzate a contatto con i cibi caldi e/o grassi. La nocività è
tanto più grave qualora l'utilizzo risulti essere frequente e
quotidiano, come avviene da parte dei bambini nelle mense
scolastiche, in cui vengono serviti cibi caldi e grassi su detti
piatti di plastica, 5 giorni su 7, per un totale di oltre 180 giorni
all’anno.
In
proposito, si rileva che la comunità medico-scientifica è unanime
nel ritenere che i materiali in plastica se scaldati o a contatto con
cibi caldi e grassi rilascino (tra le altre sostanze) l’interferente
endocrino denominato Bisfenolo A (BPA), quale sostanza altamente
nociva per la salute.
In
particolare, l’ISDE (l’Associa¬zione Italiana dei Medici per
l’Ambiente), nella persona della dott.ssa Bernacchi (pediatra), in
un intervento del 28/7/2014 scriveva “Prendiamo in esame, tra gli
altri interferenti endocrini, il caso emblematico del Bisfenolo A,
presente nelle plastiche in policarbonato, quindi piatti, tazze,
stoviglie varie, contenitori per alimenti, bottiglie, resine di
rivestimento interno delle lattine (legumi, pomodori, frutta
sciroppata).Questo composto aromatico che si rilascia dalla plastica,
specie se il cibo è caldo o/e unto, si comporta come un ESTROGENO.
Cosi’ come gli ormoni, che mima, agisce continuamente,
quotidianamente a dosi infinitesimali e testimoniare che OCCORRE IL
CAMBIO DI PARADIGMA ….NON E’ LA DOSE CHE FA IL VELENO, ma in
questo caso il danno è legato alla DURATA DELL’ESPOSIZIONE (tutta
la vita) e al “TIMING” cioè QUANDO AVVIENE l’esposizione,
nello sviluppo.” Ed ancora “Gli interferenti endocrini passano la
placenta (il sangue cordonale ne è pieno), tuttavia il feto non puo’
metabolizzarlo, e senz’altro un bambino piccolo non puo’
metabolizzarli come un adulto”. La predetta Associazione, nel
medesimo intervento, chiariva altresì alcuni degli effetti per la
salute di tali interferenti endocrini: “autismo, dislessia, adhd;
sull’apparato riproduttivo infertilità, pubertà precoce,
malformazioni dell’apparato genitale maschile; sul sistema
endocrino obesità, diabete, sindrome metabolica etc”.
Di
fronte all’evidenza scientifica (sul punto si potrà vedere “State
of the science of Endocrine Disruptors Chemicals” OMS 2013 –
sezione documentazione scientifica) sugli effetti che il Bisfenolo A,
in quanto interferente endocrino, può avere sulla salute nel periodo
perinatale, ISDE Perugia, unitamente ad Ideazioni civiche, aveva già
nel 2013 avanzato una richiesta, in applicazione del principio di
precauzione, di eliminazione dell’uso di piatti e stoviglie di
plastica (e simili) dalle mense delle scuole del territorio comunale
rientranti nel servizio di refezione scolastica di Codesto Comune.
Detta richiesta, completamente disattesa, veniva avanzata anche alla
luce di ciò che era avvenuto in Francia, ove grazie al parere
dell’Agenzia Francese ANSES (Agence nationale de securitè
sanitaire, alimentation, environment, travail), del settembre 2011,
il Parlamento Francese, nel dicembre del 2012, approvava una
normativa volta a sospendere la fabbricazione, l’importazione,
l’esportazione e l’immissione sul mercato di imballaggi per
alimenti contenenti Bisfenolo A.
La
scelta Francese rispecchia chiaramente le indicazioni della comunità
scientifica, la quale ritiene che il Bisfenolo-A favorisca lo
sviluppo di patologie come il Parkinson, l'Alzheimer, il Diabete di
tipo-2, danneggi lo sviluppo sessuale e la fertilità del maschio e
possa avere effetti devastanti sullo sviluppo cerebrale del bambino.
Alcuni studi sperimentali hanno, inoltre, dimostrato che il predetto
Bpa mima l’azione degli estrogeni, essenziali nello sviluppo
cerebrale, a tal punto che anche dosi minime di questa sostanza
possono inibire del tutto l’azione degli estrogeni sulla crescita
neuronale. Il BPA è stato messo in relazione con patologie quali il
cancro, la pubertà precoce, l’infertilità e l’obesità; si
stima che infinitesime assunzioni di Bisfenolo-A possano avere
effetti inibitori sullo sviluppo neuronale sin da pochi minuti di
distanza dall’assunzione.
In
particolare, la Dott.ssa Michela Padovani, Biologo Nutrizionista,
Responsabile UO Biologia Molecolare del Centro di Ricerca sul Cancro
Cesare Maltoni, Istituto Ramazzini, spiega tecnicamente, nella
relazione che si allega per Vostra opportuna conoscenza (doc. 1), i
rischi per la salute derivanti dalla contaminazione degli alimenti
per migrazione di composti dai contenitori di plastica con BPA:
“il BPA, come ormone estrogenico, è in grado di legarsi ai recettori cellulari degli estrogeni mimando il loro effetto fisiologico e stimolando quindi una reazione ormonale negli organi bersaglio. Glie effetti principali sono quindi quelli derivanti da una anomala stimolazione ormonale non fisiologica ed incontrollata. La sempre più massiva presenza di queste sostanze nell’ambiente di vita generale e la conseguente esposizione ad interferenti endocrini fin dall’età prenatale attraverso la madre, è sicuramente una delle cause all’aumento nei casi di pubertà precoce (pubarca e/o telarca prematuro) e più in generale in fattore perturbante e causale di alterazioni del sistema riproduttivo sia nel maschio che nelle femmine. Altri effetti sono in relazione ad un aumentato rischio di cancro della prostata negli uomini, e di endometriosi, di ovaio policistico, di carcinoma della mammella, aborti spontanei e parti prematuri nelle donne” (pag. 8).
“il BPA, come ormone estrogenico, è in grado di legarsi ai recettori cellulari degli estrogeni mimando il loro effetto fisiologico e stimolando quindi una reazione ormonale negli organi bersaglio. Glie effetti principali sono quindi quelli derivanti da una anomala stimolazione ormonale non fisiologica ed incontrollata. La sempre più massiva presenza di queste sostanze nell’ambiente di vita generale e la conseguente esposizione ad interferenti endocrini fin dall’età prenatale attraverso la madre, è sicuramente una delle cause all’aumento nei casi di pubertà precoce (pubarca e/o telarca prematuro) e più in generale in fattore perturbante e causale di alterazioni del sistema riproduttivo sia nel maschio che nelle femmine. Altri effetti sono in relazione ad un aumentato rischio di cancro della prostata negli uomini, e di endometriosi, di ovaio policistico, di carcinoma della mammella, aborti spontanei e parti prematuri nelle donne” (pag. 8).
Nelle
conclusioni di detta relazione si afferma che: "Prevenire
l’esposizione dei bambini a tali sostanze dev’essere un obiettivo
di primario interesse della sanità pubblica. Oltretutto è ben noto
come la maggior parte delle sostanze potenzialmente pericolose per la
salute (tra cui anche quelle di natura plastica) non sono state
adeguatamente testate in studi di tossicità o cancerogenicità a
lungo temine e soprattutto non sono state adeguatamente valutate per
la potenziale tossicità nei bambini. Sulla base di quanto riportato
nel presente resoconto è sicuramente sconsigliabile l’utilizzo di
contenitori di plastica (in particolare di resine di melammina e
policarbonato) per la consumazione dei pasti nelle mense dei bambini
in età scolare. E’ universalmente riconosciuto dalla comunità
scientifica internazionale come i bambini, dal concepimento sino allo
sviluppo riproduttivo, siano in una fase di intensa e costante
maturazione e crescita cellulare, che li rende organismi più deboli
e vulnerabili nei confronti di qualsiasi insulto ambientale e per
questo motivo necessitano di una maggiore protezione da parte degli
adulti in genere e delle istituzioni scolastiche in particolare. La
conoscenza di questo stato di maggiore vulnerabilità determina
l’esigenza di mettere in atto il Principio di Precauzione, ovvero
misure di prevenzione cautelative massime anche in presenza del
sospetto di un rischio non completamente quantificabile" (pag.
11).
A
livello internazionale, peraltro, sono innumerevoli le pagine di
lavori scientifici validati e raccolti sull’argomento. In tal
senso, si allega alla presente (doc. 2) il documento del 2012 del
W.H.O. e ENP intitolato "State of science of endocrine
Disrapting Chemicals" contenente chiare indicazioni sugli
effetti nocivi per la salute degli interferenti endocrini.
Non
solo.
Secondo
la definizione che ne dà l’Istituto Superiore di Sanità “un
Interferente Endocrino è una sostanza esogena, o una miscela, che
altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti
avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di
una (sotto) popolazione”. Dal che ne deriva che “gli IE agiscono
in modo subdolo, anche a dosi minime, specie in fasi cruciali dello
sviluppo, quali la vita intrauterina o l’infanzia. L’esposizione
a IE può anche comportare alterazioni ai gameti (spermatozoi e
ovuli) con danni alla salute che potrebbero trasmettersi attraverso
le generazioni” (cfr. Progetto “Ambiente è salute!”, a cura di
ISDE).
Il
Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con l’Istituto
Superiore di Sanità, ha predisposto il Decalogo per il cittadino
avente ad oggetto “Conosci, riduci, previeni gli interferenti
endocrini” (versione aggiornata al Marzo 2014), con il quale,
nell’invitare a non consumare cibi caldi in contenitori di
plastica, afferma:
- che “gli interferenti endocrini possono agire in fasi particolari del ciclo vitale, colpendo le fasce della popolazione maggiormente vulnerabili” (Decalogo – Presentazione);
- che “una esposizione prolungata a tali sostanze può influenzare negativamente lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che nelle specie animali” (Decalogo – Presentazione);
- che “i danni prodotti dagli IE [ndr: Interferenti Endocrini] sono confermati da ricerche mediche che indicano che le persone più esposte hanno un maggiorie rischio di patologie riproduttive (inferitilità, abortività, endometriosi, ecc.), di disturbi comportamentali nell’infanzia, e forse anche di diabete e di alcuni tipi di cancro (testicolo, mammella, etc.)” (Decalogo, pag. 4);
- che “(…) anche dosi molto basse di diversi IE nell’ambiente e negli alimenti, con la stessa azione, potrebbero sommarsi sino ad indurre un effetto tossico significativo (effetto cocktail)” (Decalogo, pag. 4).
- che “gli interferenti endocrini possono agire in fasi particolari del ciclo vitale, colpendo le fasce della popolazione maggiormente vulnerabili” (Decalogo – Presentazione);
- che “una esposizione prolungata a tali sostanze può influenzare negativamente lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che nelle specie animali” (Decalogo – Presentazione);
- che “i danni prodotti dagli IE [ndr: Interferenti Endocrini] sono confermati da ricerche mediche che indicano che le persone più esposte hanno un maggiorie rischio di patologie riproduttive (inferitilità, abortività, endometriosi, ecc.), di disturbi comportamentali nell’infanzia, e forse anche di diabete e di alcuni tipi di cancro (testicolo, mammella, etc.)” (Decalogo, pag. 4);
- che “(…) anche dosi molto basse di diversi IE nell’ambiente e negli alimenti, con la stessa azione, potrebbero sommarsi sino ad indurre un effetto tossico significativo (effetto cocktail)” (Decalogo, pag. 4).
E'
evidente, quindi, che in via precauzionale, nel caso dell’uso della
plastica nelle mense scolastiche, il problema sia legato, oltre alla
necessità di tutelare l’ambiente in cui viviamo, prima di tutto
alla necessità di tutelare i bambini dal rischio concreto di
contrarre le patologie sopra menzionate, in quanto quotidianamente
esposti per 5 giorni a settimana e per oltre 180 giorni all’anno,
per numerosi anni, alle suddette sostanze, assunte tramite i cibi
caldi e/o grassi serviti in piatti di plastica, oltre che tramite
l’acqua in bottiglie di plastica.
Rischio
che non può essere in alcun modo tollerato ulteriormente.
Pertanto,
stante quanto sopra, si invita e diffida il Comune di Perugia, nella
persona del sindaco pro-tempore, in veste di autorità sanitaria
locale ai sensi e per gli effetti degli artt. 32 della L. 833/1978 e
117 del D. Lgs. 112/1998, a cessare, senza ulteriori indugi,
qualsivoglia utilizzo di stoviglie in plastica presso le mense
scolastiche di tutto il territorio comunale, provvedendo
immediatamente, e comunque entro e non oltre il 29/02/2016, alla
sostituzione degli stessi con stoviglie in ceramica e vetro.
In
difetto di quanto sopra, non esiteremo ad agire in tutte le sedi
giudiziarie, anche in via d’urgenza, riservandoci di presentare
formale esposto presso la Procura della Repubblica, affinché vengano
accertate eventuali condotte penalmente rilevanti che pongano in
pericolo l’incolumità pubblica in generale e dei bambini in
particolare.
I
nostri assistiti, in ultimo, si riservano di intraprendere, decorso
inutilmente il termine sopra indicato, le più opportune forme di
protesta volte a tutelare la salute dei propri figli e l’ambiente.
La
presente viene inviata, per conoscenza, alle Dirigenze Scolastiche
interessate e all'Azienda USL competente per gli accertamenti del
caso."
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